An Outdoor Life...

Domenico&Domenico
Lauria (PZ), Italia
thescazzariddoface@live
"Che ti move, o omo, ad abbandonare le proprie tue abitudini delle città, lasciare li parenti e li amici ed andare in lochi campestri per monti e per valli, se non la naturale bellezza del mondo?"
(Leonardo da Vinci).

Serra Dolcedorme (2267 mt), la vetta più alta dell'appennino meridionale!

Domenica 25 Maggio, un nutrito gruppo del CAI "G.De Lorenzo" di Lagonegro, tra cui la coppia TheScazzariddoFace Domenico&Domenico, si è reso protagonista di una lunga escursione fra le vette più alte del Parco del Pollino, nonchè dell'intero appennino meridionale. Il gruppo si è radunato presso il Colle dell'Impiso, e si è poi involato verso i piani di Vacquarro (1453 mt). Fin qui l'andatura imposta dal nostro mister Fabio Limongi è da considerarsi piuttosto blanda, il che lascerebbe pensare ad un percorso ben più lungo di quanto avessimo preventivato. Da qui si segue un sentiero che entra in un bosco, che a tratti si apre in incantevole piazzole, tagliate a metà da un ruscello. Prima sosta prevista presso la sorgente Spezzavummola, a quota 1665 metri. Rigenerati dalla sosta, ci si incammina verso Piano Gaudolino (1684 mt), nel quale avviene il piacevole avvistamento di un branco di cinghiali (ad una certa distanza di sicurezza, ovviamente), una trentina secondo Fabio, che, impavido, si è avvicinato notevolmente per alcuni scatti, che hanno tra l'altro destato l'attenzione dei suini selvatici, i quali, impauriti, si sono allontanati verso le creste del Pollinello. Lo scenario che si apre qui ai nostri occhi è a dir poco fiabesco: un pianoro verde, fra i tipici pini Loricati e il verde acceso di alti arbusti, intervallati da Abeti bianchi, il verde della vetta della Serra del Prete che sovrasta il Piano a cui fa da contrasto il bianco della neve che scende verso dei canaloni, ed in fondo al piano, una baita di legno con una piccola recinzione! Si prosegue allora verso la cima del Pollino, intraprendendo un sentiero scosceso, che ci conduce, fra i Pini Loricati, ad Ovest della vetta. Salendo incontriamo i primi nevai, posti prevalentemente nei punti di dolina e nei solchi di natura carsica. Uno di questi, presentava al lato un crepaccio, dal quale abbiamo potuto stimare uno spessore di almeno 7-8 metri di neve stratificata come se fossero più fogli posti l'uno sull'altro. In via cautelativa abbiamo preferito "circumnavigare" il nevaio, onde evitare la formazione di nuovi crepacci e poi farci soccorrere proprio da Fabio, il che significherebbe, oltre la figuraccia, anche il severo rimprovero del nostro mister! Siamo così giunti, sulla cima del Pollino (2248 metri) sulla quale avvengono le classiche foto di rito, e poi ci dirigiamo in breve tempo verso la Dolcedorme. Scendiamo lungo la cresta Sud, fino a quota 2000 metri, per poi risalire e sostare sotto un Pino Loricato per alimentarci,prima dell'ascesa finale. Si riparte così, e si giunge a quota 2267 metri di quota della Serra Dolcedorme, come già anticipato, la cima più elevata dell'Appennino meridionale. Da qui si presenta uno scenario a 360° notevole, che va dal litorale del metapontino e Taranto ad Est, alla Sibaritide a Sud-Est, alla catena della Sila a Sud, alla diga di Tarsia, alla Catena Costiera col Cozzo del Pellegrino in evidenza a Sud-Ovest, alle più vicine cime dell'Orsomarso e della Coppola di Paola ad Ovest, alle città di Castrovillari e di Morano Calabro, alla Valle del Noce a Nord-Ovest, col Sirino dai solchi innevati, al Monte Alpi a Nord, alla diga di Senise a Nord-Est. Per non parlare poi della sensazione di dominio sui Piani del Pollino, con le vette della Serra delle Ciavole e della Serra di Crispo. Si scende stavolta dal versante opposto, attraversando un paio di nevai. Come raccontare la fantastica sensazione di camminare sulla neve a pantaloncini corti, il piacevole brivido che ti comporta la frescura della neve sui polpacci quando i talloni affondano nello strato nevoso...un modo diverso e divertende per affrontare la discesa, solitamente la parte solitamente più noiosa del trekking!! Siamo giunti quindi nei piani del Pollino, e ci fermiamo un attimino presso un inghiottitoio di origine carsica, il quale emanava dei pennacchi di vapore per la rilevante differenza tra temperatura interna ed esterna. Continuando il cammino lungo i piani, complice la stanchezza e la conseguente poca lucidità, affrontiamo un momento di relativa difficoltà ad individuare il nostro sentiero che ci condurrà alla base: in pratica stiamo affrontando un tratto ondulato, e ad ogni dosso da scollinare è come se avessimo la sensazione di esser giunti, ma ben presto ci accorgiamo che il nostro cammino non ha ancora intersecato il sentiero che ci interessa. Intrapreso il tanto agognato sentiero, ci dirigiamo presso la fontana di Rummo, dove riforniamo di acqua fresca le nostre borracce, prima di continuare la nostra discesa verso i piani di Vacquarro, e da qui verso Colle dell'Impiso, dove sono parcheggiate le auto!

1 commento:

Giovanni Vancieri ha detto...

il dolcedorme lo devi fare da pietra colonna oppure dall' Infinito, allora si che ti sciali